Riassunto
Quando si parla di Business develpment ci si riferisce generalmente a un complesso di espedienti e tecniche necessarie a far sviluppare e crescere un’impresa economica. Queste tecniche, che possono spaziare dalla progettazione di modelli di business, alla business intelligence su clienti e concorrenti, hanno un unico comun denominatore, elemento portante di ogni impresa capace di reinventarsi e svilupparsi : la creatività. E’ infatti noto ad ogni imprenditore di successo, che alla base dello sviluppo vi è la capacità di “vedere dove gli altri non vedono” e scoprire metodi innovativi per la crescita della propria attività, per la pubblicizzazione e il coordinamento aziendale. Ogni azienda, grande o piccola che sia, deve puntare in altro per restare in vita. Questa è una dura ma effettiva legge di mercato. Molte piccole aziende, infatti, fanno l’errore di non definire e programmare un proprio piano di business development, basando il proprio sviluppo su una rete di contatti (ad alto o basso livello) già consolidata, spesso basata su rapporti personali e, in termini economici, molto deboli. Le relazioni strategiche, invece, sono alla base del business development. Bisogna mantenere costante il flusso dei contratti potenziali con i clienti da una parte e con le aziende terze dall’altra.
Da un po’ di tempo imperversa nel nostro linguaggio la sigla PMI. Vediamo a cosa si riferisce e analizziamo il fenomeno. La sigla PMI, sta letteralmente per Piccole e Medie Imprese. Per definizione, tale denominazione si applica a tre ben definiti modelli di impresa a moderato fatturato : Le microimprese, le piccole imprese e le medie imprese.
Una microimpresa deve avere un numero di dipendenti inferiore alle dieci unità e un fatturato annuo e un totale di bilancio complessivo non superiore ai due milioni di euro. Una piccola impresa, con un numero di occupati inferiore alle cinquanta unità, deve avere un fatturato e un bilancio complessivo di dieci milioni di euro. Una media impresa, invece, ha un numero di lavoranti inferiore ai 250, un fatturato di 250 milioni annui e un totale di bilancio non superiore ai 43 milioni di euro l’anno.
Per ognuna di queste tre categorie, c’è da considerare anche l’eventualità che siano autonome ( cioè pienamente indipendenti), associate (cioè né autonome, né collegate) oppure collegata (è questo il caso di una filiale, amministrata direttamente o indirettamente, da un’altra azienda più grande).
Abbiamo parlato nei precedenti paragrafi di crescita, sviluppo e PMI. Ora che possediamo un quadro abbastanza chiaro su questi temi, vediamo alcune offerte di sviluppo a disposizione delle piccole e medie imprese e cerchiamo di capire in che modo accedervi per far crescere la propria azienda.
Il Voucher è uno strumento di finanziamento messo a disposizione dal MISE (Ministero dello sviluppo economico) a vantaggio delle PMI. Il finanziamento, di importo non superiore ai dieci mila euro, è finalizzato alla digitalizzazione della propria attività, nello specifico al miglioramento dell’efficienza aziendale (ad esempio grazie alla possibilità di forme flessibili di lavoro, come il telelavoro) all’acquisto di strumenti tecnologici, creazione di siti web, sviluppo di un e-commerce e corsi di formazione in materia di ICT (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione).
La registrazione per la richiesta del Vaucher può avvenire esclusivamente online ed è richiesto il possesso di una CNS, ovvero la Carta Nazionale dei Servizi e un indirizzo e-mail valido. La CNS è importante perché rappresenta un documento identificativo dell’azienda e permette alla Pubblica Amministrazione di versare il Vaucher in totale sicurezza.
I nuovi mezzi di comunicazione, al giorno d’oggi, rappresentano una realtà d’importanza fondamentale per ogni aspetto della nostra vita. Anche il mondo dell’imprenditoria, per non dire sopratutto, deve molto ai new media e alle possibilità che offrono. Non solo l’allargamento delle possibilità di vendita, ma anche l’opportunità di creare un brand che sia al tempo stesso riconoscibile e affidabile e quella di conoscere, comodamente con un click, l’andamento delle aziende concorrenti e correggersi continuamente. Anche i Social Network svolgono un ruolo fondamentale nella pubblicizzazione della propria impresa e nel consolidamento della reputation online di un’azienda, così come e-learning, e-commerce, cloud e app digitali sempre più comode, intuitive e accattivanti che rendono il commercio rapido, comodo e offrono un immenso ventaglio di possibilità.
L’apertura delle aziende alla digitalizzazione ha aumentato a dismisura i fatturati e ha creato dei veri e proprio negozi senza muri, porte e finestre e, sopratutto, senza limiti di estensione. Il Web rappresenta una miniera d’oro, ancora tutta da scoprire, ma anche un mondo insidioso nel quale è sempre consigliato muoversi affiancati da una consulenza esperta e consapevole.
In tal caso, la consulenza esterna può agire in due direzioni distinte. Da una parte, essa può occuparsi di ridurre le spese e standardizzare le procedure per la creazione di un servizio che sia efficiente, sostenibile e che possa mantenere una discreta qualità nonostante la configurazione prevalentemente “low cost”. Dall’altra, invece, può puntare a incrementare la Business reputation di un’azienda, per rimarcarne la personalità e rendere il prodotto unico e inimitabile.
Nel rapporto tra azienda e consulenza è fondamentale una certa fiducia, oltre che una vera e propria sinergia di idee. Un buon consulente, infatti, dev’essere in grado di capire le esigenze delle aziende e far leva su quelle. Proporre spunti innovativi, ma sapendosi attenere alle direttive che gli vengono date. Ecco, nel frattempo, alcuni spunti interessanti per la gestione della vostra PMI.
Il Case History è semplicemente una storia. La storia, nello specifico, di come un’azienda ha risolto un problema ad un proprio cliente. Il risultato è quello di un documento commerciale molto potente e molto utilizzato da un numero sempre maggiore di aziende, per la sua capacità di mostrare concretamente l’efficienza dell’azienda al cliente, conquistandone la fiducia. Nella stesura di una Case History è importante seguire i principi di chiarezza, completezza, semplicità ed evitare di cadere nell’autoreferenzialità. Lasciate che siano i fatti a dire tutto per voi.
Un altro elemento molto importante, sopratutto per le piccole e medie imprese è la creazione di un legame umano e concreto con il cliente. La volontà di acquistare del cliente, infatti, dipende proprio dalla qualità di questo rapporto che, affiancato ad una buona competenza e capacità di far fronte ai problemi del cliente, fanno la formula perfetta della persuasione e la ricetta del successo di un’azienda. La globalizzazione dei mercati ha, infatti, aperto ad una maggiore competitività in ogni settore produttivo e ampliati i campi d’azione, ma non per questo bisogna perdere di vista la “risorsa principale” di un’impresa: Il capitale umano. Non bisogna mai dimenticare che un’azienda è fatta di persone che pensano, creano, lavorano e si muovono in un’unica direzione e per un unico scopo.
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